Indagine UNICEF sul futuro post-COVID degli adolescenti in Italia. Roma, 18 novembre 2020

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In occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza (20 novembre) l’UNICEF ha lanciato il nuovo rapporto The Future We Want – Essere adolescenti ai tempi del COVID-19, ideato per far conoscere come l’emergenza sanitaria abbia cambiato la percezione che gli adolescenti in Italia hanno del proprio benessere, l’impatto che il COVID-19 ha avuto sulle loro vite e le lezioni da trarre per un futuro più equo e sostenibile. 

Secondo i dati del sondaggio – realizzato sulla base delle risposte di oltre 2.000 giovani tra i 15 e i 19 anni – gli adolescenti che vivono in Italia si dichiarano mediamente soddisfatti della propria vita, con un valore di 6,5 su una scala da 1 a 10. 

Un adolescente su tre afferma che le relazioni con familiari e conviventi durante il lockdown siano migliorate, mentre il 16% dei rispondenti al sondaggio riferisce di un peggioramento dei rapporti familiari. 

Emerge però anche un dato allarmante: il 64% degli adolescenti (con una significativa differenza tra il 73% delle ragazze e il 53% dei ragazzi) ritiene che la casa o la struttura in cui vive non sia sempre e comunque un luogo sicuro. 

Altri dati del rapporto

Dal rapporto emerge una fotografia dell’impatto che la pandemia ha avuto sulla percezione di benessere degli adolescenti in Italia. I giovani chiedono il ritorno a una nuova normalità che tenga conto delle lezioni apprese in questi mesi e delle buone pratiche messe in atto, con un cambio di rotta che non può prescindere dall’ascolto della loro voce.

Metà degli adolescenti coinvolti considera prioritario che la scuola si adoperi per la promozione di una corretta alimentazione e di stili di vita più sani, e addirittura l’87% degli adolescenti propone diminuzione dell’inquinamento e riduzione dei consumi come comportamenti virtuosi da mantenere anche dopo l’emergenza. 

 Un terzo dei ragazzi esprime il desiderio di una maggiore disponibilità di reti di ascolto e supporto psicologico.

 Per quanto riguarda la didattica a distanza, quasi il 60% degli studenti non ha riscontrato difficoltà con la digitalizzazione, ma un terzo sì. E, al di là della maggiore o minore facilità di gestione, la maggioranza degli studenti (oltre il 60%) dichiara che la DAD ha portato forme di stress nello studio.

Gli adolescenti chiedono più tempo da dedicare alle persone care, più opportunità di ascolto nelle proprie comunità, vogliono essere coinvolti nelle decisioni scolastiche, con un occhio attento all’ambiente.

Leggi l’articolo per esteso https://www.unicef.it/doc/10176/future-we-want-presentato-il-rapporto-finale.htm

Scarica il Rapporto Unicef https://www.unicef.it/Allegati/FutureWeWant_Report_finale.pdf